Il “modello pesce” (Zebrafish) arriva in Ateneo

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Data pubblicazione
Pubblicato il: 
20/05/2016
Sede: 
Trieste

Danio rerio, conosciuto nel mondo biomedico come Zebrafish, è il nuovo modello sperimentale introdotto recentemente in Ateneo. Zebrafish è un piccolo pesce ma con particolari caratteristiche che hanno permesso la sua diffusione nella ricerca biomedica in campo internazionale.

Grazie a fecondazione esterna una femmina di Zebrafish è in grado di produrre più di 200 uova che danno vita a forme larvali natanti di lunghezza massima di alcuni millimetri completamente trasparenti nei primi giorni di vita, caratteristica che permette l’osservazione dei vari stadi di sviluppo degli organi e lo studio delle loro alterazioni.

Oltre alla possibilità di utilizzo della forma larvale, il sequenziamento completo del genoma di Zebrafish ha permesso l’applicazione delle tecniche di ingegneria genetica e l’ottenimento di ceppi modificati di interesse per il proprio campo di ricerca.

L’avvio della nuova Facility è frutto di una sinergia interdipartimentale tra il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute (DSM) e il Dipartimento di Scienze della Vita (DSV) ed è la prima a livello regionale.

L’acquisto del sistema che ospita i pesci è stata reso possibile grazie a una donazione effettuata dalla Fondazione La Nuova Speranza ONLUS (Rho Milano). La Fondazione, attiva nel supporto della ricerca scientifica su una patologia renale gravissima del bambino e dell’adulto, la Glomerulosclerosi Segmentaria Focale, ha accolto favorevolmente il progetto di studio della Dott.ssa Cristina Zennaro e del Dott. Michele Carraro (Laboratorio di Fisiopatologia Renale del DSM).

L’utilizzo delle larve di Zebrafish si sta diffondendo in vari ambiti, compreso quello renale, nel quale la Dr.ssa Zennaro e il Dr Carraro si sono distinti per aver creato un nuovo modello di danno glomerulare che mima le caratteristiche della Glomerulosclerosi Segmentaria Focale umana. Questo modello trova spazi applicativi nella ricerca e nella valutazione di nuove terapie per la cura di questa patologia che attualmente rimane di difficilissimo trattamento e conduce nella maggior parte dei casi a perdita completa della funzione renale.

Il modello Zebrafish è stato recentemente applicato, in collaborazione con la dott.ssa Fleur Bossi (DSM) e con il gruppo del Prof. Francesco Argenton e della Prof.ssa Marina de Bernard (Università di Padova), nella valutazione dell’effetto pro-angiogenico di Tpf-1, una proteina implicata nella patogenesi della sifilide.

Oltre al proseguo degli studi in campo renale, Zebrafish verrà utilizzato come modello di xenotrapianto di cellule tumorali umane per la valutazione di nuove strategie terapeutiche, in collaborazione con il gruppo del Prof. Gabriele Grassi del DSV.

 

Riferimenti

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24845233
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25408545

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26728351

 

Contatti

Dott.ssa Cristina Zennaro
Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute
czennaro@units.it
tel +39 040 399 6229

Dott.ssa Paola Zarattini
Dipartimento di Scienze della Vita
pzarattini@units.it
tel + 39 040 558 8881

 

Ultimo aggiornamento: 24-05-2016 - 12:20
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