Nuovi progressi sul mesotelioma maligno della pleura

Mesotelioma: nuove scoperte per una diagnosi precoce e collaborazioni internazionali per il gruppo di ricerca del Dipartimento Universitario Clinico di Scienze mediche, chirurgiche e della salute.
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Data pubblicazione
Pubblicato il: 
11/05/2015

Si è svolto nei giorni scorsi presso l’Università di Ferrara il workshop “Mesotelioma Maligno della Pleura”, che ha visto la partecipazione dei maggiori ricercatori internazionali di questa patologia.

All’iniziativa ha partecipato la Prof.ssa Manola Comar del Dipartimento Universitario Clinico di Scienze mediche, chirurgiche e della salute, che con l’intervento dal titolo Epidemiology of the malignant pleural mesothelioma in the hyperendemic area of Trieste and the cytokines as new biomarkers of the neoplasia ha illustrato gli importanti risultati ottenuti dal suo gruppo di ricerca e gli studi attualmente in corso.

In uno studio in collaborazione tra l’Università di Trieste e l’Università di Ferrara, in parte finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, condotto dalla Prof.ssa Manola Comar e dal Prof. Massimo Bovenzi del nostro Ateneo, è infatti stata trovata un’associazione tra il mesotelioma maligno della pleura, tumore indotto nella maggioranza dei casi dall’amianto, e l’infezione da Simian Virus 40, virus oncogeno a DNA.

I ricercatori indagando il siero di pazienti affetti da mesotelioma maligno della pleura hanno rilevato un’alta prevalenza di anticorpi contro le proteine del virus confermando la diffusione di SV40 nella popolazione umana e la sua associazione con tumori umani. La ricerca è stata pubblicata dalla prestigiosa rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), organo ufficiale della Accademia delle Scienze degli Stati Uniti d’America nel 2012. Inoltre, il Medical Research Council, Regno Unito, ha dedicato allo studio la menzione di figura scientifica del giorno nel settore delle ricerche biomediche.

L’attività scientifica di collaborazione tra Trieste e Ferrara prosegue quindi con significativi risultati che di recente hanno portato all’identificazione di nuovi bio-marcatori dosabili nel siero di pazienti affetti da mesotelioma maligno della pleura e di lavoratori ex-esposti alle fibre di amianto e identificati in fattori dell’angiogenesi e in microRNA circolanti. In particolare, un lavoro pubblicato sulla rivista PlosOne nel 2014, Increased Levels of C-C Chemokine RANTES in Asbestos Exposed Workers and in Malignant Mesothelioma Patients from an Hyperendemic Area  e condotto presso i laboratori dell’Università di Trieste descriveva l’associazione tra uno specifico bio-marcatore dell’ospite, la chemiochina Rantes, quale prodotto della risposta infiammatoria, e l’esposizione alle fibre di asbesto.

La conferma dell’associazione di questo fattore con l’esposizione e con la severità della patologia asbesto indotta, è stata recentemente riprodotta su un’ampia casistica di pazienti con mesotelioma e di pazienti ex esposti con patologie benigne asbesto indotte e discussa in occasione del workshop tra esperti dello scorso 29 aprile a Ferrara. L’interesse su quanto presentato ha quindi posto le basi per la collaborazione internazionale con il Prof. Michele Carbone, University Hawaii Cancer Center di Honolulu, massimo esperto mondiale sull’argomento.

Queste nuove scoperte fanno presagire una svolta nell’individuare soggetti ex-esposti ad alto rischio di sviluppo di mesotelioma e di diagnosi precoce di questo fatale tumore attualmente resistente alle chemio- e radio-terapie convenzionali.

Ultimo aggiornamento: 11-05-2015 - 12:32
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